La cannabis che viene consumata a scopo ricreativo o terapeutico è soltanto una parte molto specifica dell’intera pianta di cannabis, cioè le infiorescenze femminili. Solo nelle infiorescenze femminili si trova infatti la resina trasparente dalle proprietà psicotrope universalmente conosciute.
Se le piante femminili vengono impollinate durante la fioritura, la resina perde gran parte delle sue caratteristiche, con grande disappunto del coltivatore e, naturalmente, dei consumatori. Il modo migliore per ottenere dell’ottima cannabis è quindi ottenere la sinsimilla, ovvero impedire l’impollinazione delle infiorescenze femminili da parte di quelle maschili, rimuovendo tutte le piante maschio o ermafrodita.
Qui di seguito tutte le informazioni necessarie a riconoscere le piante maschili e a eliminarle prima che il raccolto sia rovinato.
La crescita della marijuana
La crescita della marijuana avviene attraverso tre fasi. Nella prima fase si sviluppa il sistema radicale, durante la quale il seme mette radici; la seconda fase è detta vegetativa e comprende la crescita vera e propria della pianta; la terza fase è naturalmente quella della fioritura.
E’ possibile cominciare a determinare il sesso delle piante a partire dalla fase vegetativa, dal momento che le piante femmina presentano foglie più fitte, mentre quele maschili più rade. La distinzione fondamentale però arriva in fase di fioritura, durante la quale è strettamente necessario esaminare le piante ogni giorno per individuare immediatamente i maschi ed estirparli.
Organi maschili e femminili della pianta di cannabis
Ad un certo punto della coltivazione indoor, come sanno tutti i coltivatori, è necessario impostare il ciclo di illuminazione in maniera che le piante vengano esposte a 12 ore di luce e 12 ore di buio. Dopo due o tre settimane da quando il ciclo viene impostato le piante cominciano a sviluppare gli organi sessuali. Entrambi i tipi si sviluppano dietro allo stelo di una foglia e per la precisione in corrispondenza degli internodi dello stelo principale.
L’infiorescenza maschile e femminile di cannabis si sviluppa nello stesso periodo di tempo e attraverso stadi più o meno simili. Entrambe nascono a partire da un nodulo che tenderà a ingrossarsi.
Nelle piante maschio il nodulo crescerà diventando simile a un piccolo cocomero caratterizzato da tipiche striature di colore. Alla sua base crescerà un gambo appesi ai quali cresceranno gli stami e da essi successivamente il fiore maschile, bianco e di piccole dimensioni.
Nelle piante femmina il nodulo si allungherà fino a ricordare la punta di una foglia da cui si svilupperà la giandola femminile dalla forma di goccia con un solco nel mezzo. Dal solco si svilupperanno i cosiddetti “peletti”: due pistilli molto chiari ricoperti di resina appiccicosa.
Come e quando rimuovere le piante maschio
Le piante maschio vanno rimosse immediatamente, non appena il loro sesso possa essere determinato con certezza. Mentre lo si fa è assolutamente fondamentale spegnere tutti i fan, dal momento che l’impollinazione della cannabis avviene per via aerea: il polline sollevato e trasportato dalle correnti d’aria rimane incollato alla resina dei pistilli delle piante femminili
Anche dopo la prima eliminazione dei maschi si dovrà procedere a un controllo regolare delle femmine per evitare che si sviluppino infiorescenze maschili anche su di esse. Il fenomeno dell’ermafroditismo delle piante di cannabis è piuttosto raro ma la presenza di un singolo fiore può rovinare gran parte del raccolto, quindi è di fondamentale importanza continuare a esaminare anche le piante femmina con la massima attenzione per tutta la durata della fase di fioritura Se non si ha molto tempo a disposizione, piuttosto che eliminare le singole infiorescenze maschili sarà meglio eliminare l’intera pianta ermafrodita.
Imparare a riconoscere le infiorescenze maschili e a eliminarle in maniera tempestiva ed efficace è il primo passo da compiere verso l’ottenimento ricco raccolto di sole infiorescenze, evitando di impegnarsi strenuamente nella coltivazione delle proprie piante finendo con l’ottenere soltanto una manciata di semi.